lunedì 28 luglio 2008

Il ponte sullo Stretto di Messina (rieccolo)

Ecco di nuovo il tormentone del Ponte sullo Stret-to. Non fa niente che la zona sia altamente sismica e ci sia uno spostamen-to delle due coste (calabrese e siciliana). Non fa niente che l'enorme cantiere dei lavori non potrebbe essere sostenuto in una città come Messina. Non fa niente che la rete viaria e ferroviaria siciliana sia disastrata. Non fa niente che l'autostrada Salerno-Reggio Calabria sia nelle condizioni che si sanno. Non fa niente che gli autotrasportatori preferiscano imbarcarsi. Non fa niente che i turisti (soprattutto quelli stranieri) in Sicilia arrivino preferibilmente in aereo.
Ma il Ponte - dice qualcuno - s'ha da fare. E' una priorità. Così, già si sa che i tagli delle Ferrovie italiane prevedono la soppressione dei treni che dall'Italia arrivano direttamen-te in Sicilia. In treno, si arriverà in futuro solo a Reggio Calabria, si scenderà, ci si imbarcherà a piedi, e si riprenderà il treno a Messina. Così tutti diranno: ci vuole il Ponte! Le navi delle ferrovie sono ormai vecchie e non si pensa di costruirne di nuove. E' antieconomico, si dice. E così, invece di migliorare e potenziare le strutture che ci sono, avanti con il Ponte!
Tra l'altro, i lavori avranno un forte, tremendo impatto ambientale. Anche questo non conta. E a farne le spese saranno i laghi di Ganzirri che sorgono prorio là dove dovrebbe essere costruito un pilone. Guardateli nelle foto: bisogna proprio distruggerli (come si sarebbe detto nell'Ottocento) in nome del progresso? O piuttosto dei forti interessi politgici, economici di qualcuno?






foto

di

Enzo Rega



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